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“Vietato uccidere” di Louise Penny. Recensione di Tiziana Viganò

Immagine del redattore: Tiziana ViganòTiziana Viganò






"Oltre cento anni fa i Grandi Predatori Industriali scoprirono il lago Massawippi”. (incipit del libro)

Devastarono la foresta e costruirono il Manoir Bellechasse, un grande albergo fatto di tronchi di legno, per consentire a quegli uomini di cacciare in un luogo ricchissimo di fauna selvatica. Finita quell'epoca, decadde e rinacque, diventando uno degli alberghi più eleganti del Quebec. Madame Dubois, l’attuale proprietaria nel romanzo è sicura di sé

" È vietato uccidere? ..." Sì. Quando io e mio marito comprammo il Bellechasse facemmo un patto con la foresta. Ogni decesso non naturale era proibito. Non si va a caccia né a pesca. Il patto era che tutto quel che metteva piede su questa terra sarebbe stato al sicuro".

Tutti gli anni, in occasione dell’anniversario di matrimonio, Armand Gamache e ReineMarie passano alcuni giorni di vacanza nell’albergo. Ma questa volta il lavoro segue l’ispettore capo della Sûreté du Québec fin là.

Gli altri ospiti dell’hotel, i membri della famiglia Finney-Morrow, sono elementi perturbanti. Gli altri personaggi, la padrona dell'albergo, la chef, il maitre hanno anche loro segreti ben nascosti.


Dopo un temporale che segue una quiete solo apparente, un'ospite viene trovata morta, una donna che voleva dire una verità che non doveva essere rivelata, qualcosa che celava marciume di cuori.

Una donna uccisa dal padre di pietra. Il temporale ha scatenato la rabbia, ha scoperchiato le tombe. Sembrava un omicidio impossibile.

Gamache intuisce fin dai primi attimi che nella famiglia Finney-Morrow scorre una vena aggressiva, tutti percepiscono i fatti in modo distorto, hanno forti sentimenti repressi dietro una facciata di perbenismo: avidità, invidia, rancore, competizione nella ricerca dell'affetto del padre morto. Un vaso di Pandora pronto a esplodere, liberando ogni male.


L’ispettore capo deve separare i fatti dalle illusioni, cercare indizi, prove ma soprattutto esplorare le emozioni, scovare, nel groviglio di frasi dette, il filo giusto che lo porti a risolvere il caso. La vicenda è piena di simboli: il cubo, su cui viene posta la statua colossale del padre Charles Morrow, convitato di pietra; Marianna, soprannominata Banana o Magilla Gorilla; Peter è Macchia; Giulia è la rosa; Bean, è lo strano bambino con la mania degli orologi; Irene vuole cancellarsi la faccia; Sandra è ossessionata dalla fame.


In quel luogo isolato la squadra può contare solo sulle proprie capacità, sul proprio essere: l'ispettore Beauvoir è “il cane Alfa”, intelligentissimo e in tensione perenne, l'agente Lacoste è la "cacciatrice furtiva, silenziosa, attenta",  Gamache è l'esploratore colui che è capace di andare oltre, in ogni abisso, di inoltrarsi nelle anime senza la paura di trovare mostri, pacato, compassionevole ma non inerme, coraggioso fino all’estremo. Capace di svelare quel passato dove sono stati piantati i semi di un futuro omicidio. Capace anche di guardare in faccia un fantasma del suo passato cambiando sentimenti e ricordi negativi per trasfigurarli con amore.


Gamache troverà un colpevole pensando al “Paradiso Perduto” di Milton.

"Avere tutto e perderlo. È il senso profondo di questo caso"

Fin dall'inizio, come sempre, Louise Penny rivive la storia e la cultura canadese, crea l’atmosfera giusta, dipinge il paesaggio di una bellezza sconfinata, che risente, in alcuni momenti, degli squilibri d’anima dei personaggi, perfino il tempo atmosferico cambia preludendo le azioni. Il protagonista Armand Gamache è uno dei rarissimi investigatori veramente affascinanti del romanzo giallo di alta qualità.

Una narratrice impareggiabile, la Penny, dalla scrittura elegante e ricca di sfaccettature, sempre interessante nella molteplicità dei temi trattati, dove si fondono armoniosamente storia, cultura, arte, psicologia, criminologia. Ogni romanzo è un vero regalo.

Un consiglio: per immergervi nell’atmosfera del Manoir andate a vedere sul web le fotografie dell’attuale albergo sul lago Massawippi, vale da solo un viaggio nel meraviglioso Canada!


"A uccidere le persone non erano i proiettili, le lame, i pugni in faccia. Erano i sentimenti. Soprattutto sentimenti trascurati. A volte lasciati al freddo, a congelare. A volte sepolti e maleodoranti. A volte abbandonati sulle rive di un lago, nel mezzo del nulla. Lasciati lì a invecchiare, a imbizzarrire".

Vietato uccidere”

di Louise Penny

genere: narrativa internazionale, giallo

editore: Einaudi 2025

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