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"Mia stella caduta" di Maria Antonietta Macciocu. Recensione di Tiziana Viganò






L'immagine delle fumarole sottomarine dell'isola di Vulcano continuava ad apparirmi alla mente leggendo le pagine di questo libro: nascosto il ribollire sotterraneo, dai piccoli fori sul fondo fangoso salgono veloci in superficie bollicine di gas, che si disperdono nell'acqua e nell'aria, come l'irresistibile fluire delle memorie che emergono dall'inconscio, senza barriere che ne intralcino l'emergere alla coscienza. Fino alla superficie...e oltre.


"La perdita dell’innocenza è il tempo lento e ambiguo della mia memoria più intricata. Inoltrarmi in quel passato dal futuro che sono diventata è un percorso insicuro, tiri mancini della mente alternano tumulti, fanno vuoti dentro, non trovano le parole, cose e cose si affastellano, cambiano forma, si riempiono di immagini, suoni, impeti e di troppe confusioni. Devo procedere a tentoni, infischiarmene di sequenze chiare e lineari, non sempre emozioni e fatti coincidono, i ricordi dismessi si riaccendono, ritornano a casaccio, si dilatano e rimpiccioliscono in frammenti precisi e imprecisi. Devo raccattare e riunire come posso, ricompormi incompleta, rattoppare qua e là, raccontarmi vera e inventata come in un romanzo o in un film. Di quelli che fingono la vita meglio della vita."


Così il monologo interiore della scrittrice si proietta sulla protagonista Fiorenza, in un fluire di ricordi, associazioni di idee, percezioni, sensorialità ed emozioni. Anche se la scrittrice parla in terza persona, è sua la vita che scorre attraverso le pagine, arricchita con licenze che non distolgono il lettore dall'identificazione, soprattutto se ha vissuto negli anni raccontati dalla Macciocu.

La realtà, la Storia, si fondono con la sua rielaborazione emotiva e mentale: la stella caduta delle illusioni giovanili è la fede politica che non viene rinnegata, ma trema sotto i cambiamenti radicali della politica e degli eventi, i compromessi e le contraddizioni, la fatica di vivere quando non si possono seguire fedelmente gli ideali. Ma c'è anche il razionale adeguamento alla realtà, che può riservare sorprese.




La narrazione si traduce, a differenza dei classici del flusso di coscienza, in una lingua impeccabile, immediatamente comprensibile  seppure studiata con la massima accuratezza, ricca di parole e immagini ricercate e nobili. Nello scritto si inseriscono, senza citazioni, strofe di tante canzoni dell'epoca, colonna sonora che diventa parte integrante del testo e risuona nella mente del lettore. 
Gli anni sono quelli dal Sessanta al Novanta, ricchi di fermenti e passioni, quella Storia contemporanea così recente e così poco studiata: i più giovani potranno viverla, leggendo tanti fatti storici e personaggi importanti ricordati in questo romanzo.

Il contenuto del libro è così denso da toccare tanti temi diversi, sfaccettature della vita di una donna multiforme che vive tra mondi e tempi diversi...Merita di essere raccontato.


La giovinezza in Sardegna, oppressa da mille regole e divieti patriarcali, con le madri vittime non consapevoli, pronte a perpetuarle senza criticarle, loro

"copie di Mater Dolorosa più vere dell’originale. Micidiali oltre il previsto. Che avevano cucito sui figli camicie di forza, per quanti tentativi loro facessero per liberarsene."

La ricerca di se stessa nella Milano proiettata al futuro, città orgogliosa e vitale dove Fiorenza può vivere giorni irripetibili, studiare quello che ama; i viaggi e poi, a Parigi, l'incontro con Salvatore, la gravidanza improvvisa, il matrimonio veloce, la vita a casa della suocera in Puglia, in un profondissimo Sud arretrato e lontano nel tempo e nello spazio, rinchiusa in una bolla, inchiodata in una situazione da cui vorrebbe fuggire

"Quella culla era un macigno piantato nel mezzo della sua esistenza."

La scelta di imboccare l’Autostrada del Sole da emigranti, con il bambino, Lukas, fino a Torino, città antipatica, altezzosa, chiusa nelle sue classi, ma anche centro di tensione culturale, di lotte operaie e studentesche; l'insegnamento a Mirafiori, così stimolante perché a contatto diretto con la classe proletaria, l'impegno politico, il femminismo.


Scene da un matrimonio: la vita quotidiana e il rapporto con Salvatore, marito e padre per caso, ma rivelatosi solido e amato compagno della vita, che oltre all'amore dà equilibrio e sostegno a fronte della sua irrequietezza, le dona stabilità e presenza, garantendole una libertà impensabile soltanto nella generazione precedente. Fiorenza, madre e moglie nelle contraddizioni di chi si porta dentro una tradizione millenaria, ma è nel contempo donna nuova, nonostante il femminismo ideale sia più facile da teorizzare che da mettere in pratica.


"Certo, non sarà facile spiegare a Lukas come sia finita in Cina dopo essermi inebriata d’America sognando la California. Non lo so neppure io. Fu così per molti: l’America ci diede anticonformismo, trasgressione, attivismo, rivolte, comunità libere e festose, marce, musica, Kerouac, Ginsberg e in tanti ce ne innamorammo, per poi schierarci ferocemente antiamericani. La politica e l’ideologia presero il sopravvento. Questione di sistema, nessun compromesso era possibile con la patria del bieco capitalismo borghese imperialista. Ci scoprimmo maoisti. Oltre la Grande Muraglia viveva la certezza del tutti uguali e della rivoluzione culturale permanente. A noi l’impeto e il compito di portarla in tutto il mondo."

Piano piano, fatto dopo fatto, realtà dopo realtà, a partire da piazza Fontana e gli anni di piombo, il sogno si sgretola in superficie, ma le convinzioni rimangono sempre profonde. Quando gli ideali sono ormai caduti Fiorenza comincia a scrivere: prima qualche raccontino sui libretti che le donne preparano e pubblicano in proprio, poi poesie e romanzi di generi diversi, fino a quando, dopo tante pubblicazioni

"Rannicchiata sul letto scrive, in un quaderno nero vecchio stile trovato in una cartoleria su uno scaffale sopravvissuto alle mode. Voleva scaricarci solo i suoi pensieri, lo sfogo di segrete esperienze personali. Ma la materia le è sfuggita tra le righe pretendendo di diventare romanzo. E non cronaca di una storia privata e paturnie del cuore in cornicette d’ambiente, come pensava, ma quell’amalgama di mondi, luoghi, persone, fatti, emozioni, idee che premevano e ora hanno la meglio, con l’insidia di ricordi ricostruiti dall’immaginazione che alterano, tagliano, aggiungono, mischiano situazioni e vite, contraffacendo perfino la sua."

Un romanzo storico-autobiografico da leggere con attenzione e coinvolgimento. Consigliatissimo!



Mia stella caduta

di Maria Antonietta Macciocu

Casa editrice: Golem Edizioni, 2021

Genere: narrativa

Pagine: 272

formato ebook e cartaceo






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