L'emozione è RABBIA
Ora la sento, ancora una volta, l’ennesima, salirmi dai piedi e dalle gambe rigide nelle mani serrate in un pugno chiuso, pronto per esser sferrato.
Poi la ragione prende il controllo: "Non posso farlo, non mi appartiene questa modalità, anche io credo nel rispetto e sebbene ti senta tradita e tesa a volgere a tua volta un colpo, beh! Non mi sentirei mai fiera di te se lo facessi!"
Allora le mani si aprono, e lasciano scorrere la rabbia nelle mie vene, l’assorbo come un odore acre che t’impregna la pelle, la vivo su di me, cerco un balsamo che possa cancellarne ogni traccia, ma niente: lei chiede il suo tempo.
Mi giunge al petto, la sento costringermi il fiato in gola, vorrei piangere e sfogarmi, ma ho gli occhi secchi, così sopporto.
Aspetto con calma, paziente, mi dico prima o poi se ne andrà… sì, poi, ma cosa faccio nel frattempo, non son più padrona di me, lei è la mia sovrana e ora mi paralizza.
Il cuore vorrebbe ribellarsi e batte forte, la pressione aumenta, prendo le gocce. Mi stendo, ora posso riposare, la mente invece non smette di pensare.
Cosa farò adesso? Come mi farò rispettare?
Meriterebbero di esser trattati come loro si son permessi di trattare me, lo so.
Che mondo infame è il nostro, quando sei di buon animo devi sempre stare in guardia, e poi proprio da chi meno te lo aspetti, che persone subdole. Potrei da adesso in poi fare un po’ meno, sì, se lo meriterebbero 'sti cani, che prima prendono e poi sputano nel piatto.
Mia madre mi dice sempre “Chi sputa in cielo in faccia gli torna”.
Io aspetto di vederli ricoperti del loro stesso disprezzo, ma poi chissenefrega! Del loro disprezzo, di quelle piccole angherie quotidiane che la gente mette in piedi per stare un pelo sopra gli altri, che miseria dev’essere sentirsi così insignificanti da voler valere più di uno che ti sta accanto.
Il cuore sussurra alla mente che in fondo questa gente di me non merita nemmeno un’unghia, nemmeno la mia rabbia, il torace mi si espande, lo stomaco si svuota, la penna scorre veloce e in un lampo
di genio cedo anche questa energia alle pagine della mia storia.
Non vi è emozione che debba esser trattenuta ma non vi è violenza giustificabile, nemmeno quelle sottili, difficili da dimostrare.
Diplomata in Fotografia e grafica passa dalla passione per le immagini a quella per la Scienza, in particolare quella medica e alla cura dei malati, dove lavora ancora oggi occupandosi di comunicazione.
“Ogni esperienza ha avuto qualcosa da insegnarmi, molti dei miei pensieri sono raccolti nei racconti che ho scritto…”Autrice di “Metaracconti. Storie metaforiche” edito da Albatros 2019 Coautrice di “Oltre il vetro” Les flaneures edizioni 2020, con Antonella Caprio e altri autori de “La mia Casa Letteraria Direttivo associazione Hetairos di Chivasso, arte e teatro greco.