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Immagine del redattoreTiziana Viganò

“La neve in fondo al mare” di Matteo Bussola. Recensione di Tiziana Viganò






Matteo Bussola, è scrittore di successo e conduttore (con Federico Taddia) della trasmissione su radio 24 “Non mi capisci, dedicata al mondo degli adolescenti che raccontano con la loro voce il loro mondo, alla ricerca di una comunicazione con gli adulti sempre molto complicata.

Bussola è un narratore che ci parla di persone, di emozioni, di realtà che vanno dritto al cuore: si sente la sua competenza, ma colpisce la sua capacità di comprendere, di cum-patire, di partecipare con tutto se stesso - testa e anima -. Ha un modo di narrare semplice e immediato, senza orpelli, ma incisivo, forte, che scuote ad ogni parola, entra nel mondo dei suoi personaggi che prendono vita, nel dolore e nella gioia commuovendoci fino alle lacrime.

Gli adolescenti troppo spesso si trovano di fronte ai desideri e alle esigenze dei genitori, hanno voglia di compiacerli, di essere perfetti e non ce la fanno, sono affogati nel senso di inadeguatezza: l'unica scappatoia per sopravvivere a quest'ansia è quella di deluderli, di essere imperfetti. Molta della loro fragilità ruota intorno al bisogno di essere visti per quello che sono e accettati come diversi e unici. Il messaggio che ogni ragazzo vuole mandare ai genitori è quello del diritto a essere amato semplicemente per ciò che è, di essere visto, ascoltato, di comprendere le sue emozioni, la sua difficoltà nel crescere e affrontare un mondo duro, una società che vuole tutti performanti, vincenti, che pensa più ai risultati, agli obiettivi raggiunti che ai bisogni dell’anima. Tommy ha sedici anni, è in ospedale in un reparto di neuropsichiatria infantile e soffre di anoressia: con lui è sempre presente il papà, Tano, io narrante di questo diario: la storia è attuale, ma emergono episodi del passato alla ricerca di risposte a tanti problemi.


"L'anoressia di Tommy è il tentativo di spogliarsi di tutto. Delle aspettative, dei progetti, degli obiettivi, della vita perfino... Diventare anoressici, oggi lo so, è un modo per ridurre l'io all'osso, perdere ogni cosa. E qui dentro, non c'è dubbio, all'osso siamo ridotti in due: lui una parvenza di figlio, io una parvenza di padre. Entrambi senza più risposte."

Parlano tante voci in quella corsia, figli in difficoltà, padri e madri che rimangono fermi al loro posto di guardiani e garanti, strangolati da sensi di colpa, rimorsi e rabbia.

Tra i ragazzi si formano rapporti stretti, la sofferenza condivisa li unisce, sentono l'appartenenza a un gruppo: c'è un sedicenne che ha sviluppato una fobia dell'acqua, una ragazza binge eating con il padre che è pieno di risentimento per la figlia, che si veste e si comporta come una kawaii dei manga giapponesi, c'è la ragazza che si taglia le braccia e le gambe (cutting), il tiktoker di successo affetto da un disturbo istrionico di personalità, che si è buttato dalla finestra a diciassette anni, un altro con aggressività incontrollata (disturbo esplosivo intermittente).


I genitori lottano per tenere in vita i loro figli: latente o manifesta serpeggia la tentazione del giudizio, il sentirsi migliori degli altri, l'ossessione di capire l'istante in cui è iniziato tutto, quando e come hanno sbagliato non vedendo i problemi nascenti, il dolore di amare chi non si fida più, la paura sempre presente, la difficoltà a comunicare, la paura di arrivare a odiarli. Davanti al dolore di un figlio si scoprono impotenti, cercano di agire nel miglior modo possibile, consci dei propri limiti, di non poter essere perfetti, di non aderire al ruolo sociale tradizionale, la madre che nutre e accoglie, il padre normativo che deve preparare alla vita. Tentano, con maggiore o minore efficacia, di comprendere il perché.

Siamo tutti fragili, genitori e figli, e possiamo salvare i nostri cuori in frantumi solo riassemblando pazientemente i pezzi dispersi.
"Scoprire la profondità della tristezza di un figlio a neanche sedici anni è come trovare qualcosa in un posto in cui non te lo saresti mai aspettato... Come trovare la neve in fondo al mare."

Dopo la parentesi dell'ospedale Tano e Tommy si riuniscono con la mamma e le sorelline, ma è cambiato poco, la famiglia è di fronte alla paura di rimanere soli.

Ma il messaggio finale è di speranza: Tano riesce ad aprire uno spiraglio di comunicazione col ragazzo, a capire quello che lui vuole dal padre e forse comincerà a instaurare un rapporto diverso che aiuterà Tommy a risolvere il suo dramma.



La neve in fondo al mare

di Matteo Bussola

genere: narrativa italiana contemporanea

Editore: Einaudi, 2024

pagine: 192

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