l'emozione è la NOIA
Il divano ad angolo di stoffa rossa conosceva così bene le sue forme che quando allungò le gambe sulla chaise longue sentì uno scatto simile all’incontro di due calamite. Non se ne curò, ovviamente, e si sfregò gli occhi. Per un attimo credette di sentirsi meglio, ma dei dentini immaginari cominciarono a logorarlo dall’interno, masticandogli la bocca dello stomaco e lacerando piano piano i polmoni, il cuore e la gola, storpiando il respiro. Finì presto per dimenticarsene, distratto dal litigio tra il sedere e un grosso cuscino. Tentò di mediare una soluzione gradita a entrambi, impegnandosi in torsioni del busto e micro-correzioni degne di un orologiaio; poi, un lieve alone sullo schermo nero appeso al muro lo sfidò a trovargli una forma e per una decina di minuti si trovò a fingere di non riconoscere sé stesso.
Dalle casse dello stereo, la voce gelida e sensuale di Andrea Peréz seguitava a ripetergli: “there’s a miracle about to happen. But not for you.”, come se fosse colpa sua, ma non durò. Finito il lato del vinile, scartò l’ipotesi di alzarsi per farlo ripartire e tirò un paio di grossi sospiri, alla faccia dei cloni musicali dei gruppi anni Ottanta.
La mancanza di stupore e di novità, nell’arte e nella vita, lo aveva prosciugato. Prese il bloc-notes, a una spanna dalla mano, e lo aprì. Cercò Anacleto, lo stupendo gattone nero allungato sull’amaca, e quando il micio ricambiò il suo sguardo iniziò a parlargli: «Sono inchiodato da mesi. Vedi se puoi aiutarmi a continuare. Non so cos’è, ma è su Dario Rizzi, un povero cristo di sedici anni morto di overdose nel 1979. Ti risparmio la parte sulle braccia aperte e la bocca spalancata…»
Anacleto saltò a terra e cercò scampo nella lettiera. Dopo un po’ iniziò a scavare nella sabbia. Con nonchalance, l’uomo lasciò scivolare i fogli per terra e rimase immobile, con la mente vuota, senza voglia di niente. Passò molto tempo, nel nulla assoluto, e solo dopo un po’ si rese conto che il gatt
o stava ancora scavando a ritmo frenetico. Si girò verso il bagno: il cumulo di sabbia e detriti formatosi sul pavimento era imponente e dopo avere sommerso wc e vasca da bagno aveva quasi raggiunto il soffitto. Bagliori infernali provenienti dalla buca nella lettiera proiettavano caratteri rossastri sulle pareti, di probabile origine assira.
L’uomo inarcò un sopracciglio e si soffiò il naso: niente che non avesse già visto da Alberto Angela. Un secondo dopo afferrò a fatica il telecomando e premette un tasto.
Mi chiamo Arrigo Geroli e sono nato a Milano, nel 1968. Amo Lynch, Modigliani, Sandman, Siouxsie, Zaffiro e Acciaio, il minigolf, la Guinness, e… ho decisamente troppe passioni. Ma se viaggiare con il corpo e con la mente aiuta a rendere la mia vita migliore, perché non dovrei avere la valigia in mano? Nel caso voleste accompagnarmi, il mio romanzo “Nel cuore di una bimba, nella luce di una stella”, è fresco di stampa.