“La fanciulla degli ori “ con il suo prezioso corredo è conservata nel museo archeologico di Altamura, città natale dell’autrice che si è poi laureata e vive a Milano. Ecco le due magnifiche città dove è ambientato il romanzo, che Laura Marinaro conosce benissimo e che può descrivere portando anche il lettore a vedere luoghi particolari e poco conosciuti, a mangiare cibi squisiti, a godere delle bellezze dell’ambiente, a conoscere le usanze, soprattutto pugliesi, calde di accoglienza e ospitalità.
“Scrivere un giallo per me significa dare spazio alla creazione di personaggi sempre nuovi e sorprendenti e potermi dedicare alla descrizione di luoghi a cui sono affezionata, come in questo caso Milano e Altamura”.
Abituata a scrivere storie vere, da giornalista crime affermata, ha avuto l’ispirazione per raccontare una fiction gialla con “Maremoto a Varigotti” (Mursia, 2023) il suo precedente romanzo: in entrambi si nota la sua competenza in criminologia e psicologia, che trasferisce nella creazione dei suoi personaggi e negli intrecci, perfetti come se fossero reali, anche se, come ben si sa, la realtà spesso supera di molto la fantasia.
Un buon giallo piace perché dà la possibilità di capire perché una persona apparentemente normale può trasformarsi in assassino e la parte di inventiva ci rassicura perché quello che leggiamo non è reale, è un romanzo.
In uno dei chiostri di Altamura una giovane donna di trentatré anni, Marta, archeologa presso il museo cittadino, viene sgozzata, quasi sotto gli occhi della madre: la squadra del maresciallo Luca Caputo e la Scientifica arrivano subito sul posto. In città circola subito la voce che la maledizione abbia colpito ancora…
Protagonista della storia è Caterina Ferrari, archeologa trentenne, appassionata di scheletri fin da bambina, appena assunta come ricercatrice al MUSA di Milano, il prestigioso Museo Universitario delle Scienze Antropologiche, mediche e forensi per i diritti umani di cui è direttrice il medico legale Cristina Cattaneo che afferma:
“Nella sezione storico-archeologica vogliamo spiegare a tutti come, dallo studio di ossa e scheletri della Milano antica, si possano comprender anche le violenze subite dalle fasce deboli della società. Vogliamo dare dignità e vita a persone che non ne avrebbero mai avuta una.”
E al centro della narrazione c’è l’eterno problema della violenza sulle donne, radicato nel tempo fin dall’antichità, che costituisce uno degli argomenti di cui Laura Marinaro si occupa per professione.
Caterina ci racconta la sua avventura in prima persona, comunicandoci le sue passioni e i suoi sentimenti con immediatezza: è determinata, ambiziosa, curiosa e intraprendente, ama il suo lavoro, ma nella vita privata è fragile, insicura, piena di dubbi e paure.
Ha un’eredità pesante: la zia Alina, ex colonnello dei carabinieri, è stata condannata all’ergastolo e anche sua nonna ha ucciso: all’udienza per la perizia psichiatrica della zia conosce un giornalista, Marco e se ne innamora, convivono, ma lui è uomo geloso e possessivo e non sopporta che Caterina si trasferisca ad Altamura per gestire la vendita della casa di famiglia, comincia a fare giochetti telefonici, diventa misterioso e sfuggente.
Appena arrivata, accolta festosamente dalla cugina Maria, secondo l’abituale e splendida accoglienza che si trova sempre nel Sud, si imbatte in uno scavo dove i muratori lavorano per edificare un nuovo condominio: il suo occhio esperto nota una pietra speciale e la fotografa, sembra parte di un’antica sepoltura. Al museo incontra una collega e vecchia conoscente, Anna Sepe e la direttrice Marina Romani e con loro si reca allo scavo che viene subito bloccato: il lavoro delle archeologhe comincia, viene rinvenuto lo scheletro di una ragazza incinta del I secolo dopo Cristo, con un ricco corredo aureo e una lastra di piombo su cui è incisa la maledizione “Pulchritudo potest necare” (La bellezza può uccidere), reperto solitamente inserito nelle tombe di chi è stato vittima di omicidio. Nella zona dello scavo si trovava una villa maledetta: le prime figlie femmine della famiglia erano tutte morte in circostanze misteriose e una leggenda dice che ai tempi dei romani un padre aveva passato a fil di spada la figlia violentata dai soldati e messa incinta.
La maledizione della La fanciulla degli ori potrebbe essere collegata all’assassinio di Marta? Oppure, come pensa il carabiniere, l’archeologa ha subito femminicidio?
Caterina e Martina ricevono lettere minatorie, Anna viene uccisa, forse scambiata con Caterina, la trasferta ad Altamura si trasforma in un incubo: nonostante l’istinto investigativo ereditato da zia Alina, Caterina torna a Milano, dove si scontra con Marco, ormai la relazione è diventata tossica, poi di nuovo ad Altamura, dove si rafforza il suo legame speciale con Luca Caputo. La vicenda si complica fino a che…
Non resta che leggere l’appassionante vicenda e il clamoroso finale!
Laura Marinaro (Altamura, 1968) è giornalista professionista ed esperta di cronaca nera e giudiziaria. Inviata per il settimanale «Giallo», collabora con Roberta Bruzzone a dirette crime e progetti editoriali, per Radio Libertà scrive e conduce il programma settimanale Gialloradioclub. È scrittrice e organizzatrice di eventi legati al crime e al giallo letterario. Con Mursia ha pubblicato, insieme a Roberta Bruzzone, Yara. Autopsia di un’indagine (2023) e Maremoto a Varigotti (2023).
“La fanciulla degli ori”
di Laura Marinaro
genere: giallo
editore :Mursia, 2024
pagine: 208