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Immagine del redattoreTiziana Viganò

"Il pozzo delle anime" di Marcello Simoni. Recensione di Tiziana Viganò






Dopo Il marchio dell’inquisitore (2018) Il monastero delle ombre perdute (2019) La prigione della monaca senza volto (2020) Marcello Simoni torna con il suo protagonista, il monaco inquisitore Girolamo Svampa nel suo nuovo intrigante giallo storico.


Ambientato a Ferrara, luogo di nascita dell'autore, nel 1626: il ghetto ebraico è stato istituito da due anni, i luoghi e le atmosfere sono descritti con maestria, tale da catapultarci nelle ombre di quel quartiere-prigione dove le tre fazioni askenaziti, sefarditi e italkim portano avanti le differenze di usi e interpretazioni della dottrina con molte lotte intestine. L'Inquisizione è nel pieno del suo oscuro e violento potere. Simoni fa esprimere a frate Capiferro le ragioni dell'odio contro gli ebrei e i loro libri sacri che nasceva soprattutto dalla paura di poter trovare nella Qabbalah una dottrina più affascinante e attrattiva di quella cristiana: quindi la Chiesa Cattolica perseguiva ferocemente tutto quello che considerava oscuro, blasfemo, accusando di eresie, macchiandosi di atroci delitti, compreso quello della distruzione dei libri della religione avversa.

Bruciare parole. Bruciare idee. Il crimine piú mostruoso del quale poteva macchiarsi il genere umano. Perché nell’incommensurabile costellazione del pensiero universale, persino l’idea più aberrante, l’eresia più spaventosa, contribuiva a definirne la bellezza nel suo labirintico insieme

Il cardinale Ludovico Ludovisi, sovrintendente generale e prefetto del Sant'Uffizio, invia a Ferrara Girolamo Svampa, frate domenicano esperto in negromanzia, a indagare sull'orrendo e sconcertante assassinio di un ebreo ferrarese, un mago, un negromante, cui è stata asportata la prima vertebra.

Cordovero avrebbe dovuto aprire il pozzo delle anime e immergersi nelle sue acque più profonde. Abbandonarsi allo yihud e diventare tutt'uno col respiro divino che attraversava il mondo dei vivi e dei defunti.

Ormai si vocifera che l'angelo della morte si aggiri per la città. Svampa è uomo distaccato e razionale: porta avanti l'indagine come un investigatore moderno, basandosi su oggettività, prove, analisi della scena del crimine, detesta metodi violenti e coercitivi dell'Inquisizione che hanno portato il suo stesso padre a dover affrontare l'accusa di eresia. E crede che il male non abbia origine soprannaturale, ma che sia insito nella natura umana. Lo affianca frate Francesco Capiferro, irruente segretario del Sant’Uffizio che aveva contribuito a salvare Niccolò Copernico, ma aveva messo al bando molti libri, da qualli di Savonarola a Occam a Sarpi a Rabelais.

Come mai l'assassino mutila le vittime asportando particolari ossa: forse servono per un arcano rito magico? La soluzione del mistero è nell'oscuro Sefer Yetzirah (Il Libro della Formazione, portatore di vita ma anche di morte) che forse nasconde la capacità di trasformare la materia in creatura animata? Di plasmare un Golem?


Simoni ci immerge in un intrigo che ha radici solide nella Storia e nella cultura ebraica, racconta in modo semplice alcuni elementi su cui si fonda quella religione, i riti e le sacre scritture, invogliando chi non conosce la materia a fare ulteriori ricerche per capire meglio. Verità, verosimiglianza e fiction scorrono nel romanzo: padre Francesco Capiferro, i cardinali Ludovisi e Salamandri, l'inquisitore Paolo de' Francis sono personaggi storici. Pur trattando di una materia non troppo conosciuta la narrazione scorre veloce, il ritmo è in crescendo, la suspense non viene mai meno, anche grazie ai capitoli brevi, con abili cliffhanger che inchiodano il lettore al libro.

Non saranno la luce e il chiarore del sole a farci uscire dalle tenebre, ma la conoscenza delle cose

diceva Lucrezio nel "De rerum natura", libro inserito nell'Indice dei libri proibiti, istituito proprio in quegli anni di oscurantismo religioso. Oggi conosciamo molto, ma l'odio e la paura per il diverso permangono e la libertà religiosa è ben lontano dall'essere conquistata.




"Il pozzo delle anime"

di Marcello Simoni

genere: giallo storico

editore: Einaudi, 2023

pagine: 312



Marcello Simoni (Comacchio, 1975) è stato archeologo e bibliotecario. Con Il mercante di libri maledetti (2011), il suo romanzo d'esordio, è stato per oltre un anno in testa alle classifiche e ha vinto il 60° Premio Bancarella. Un successo confermato da La biblioteca perduta dell'alchimista, Il labirinto ai confini del mondo, L'isola dei monaci senza nome, La cattedrale dei morti, L'abbazia dei cento peccati, L'abbazia dei cento delitti, L'abbazia dei cento inganni, L'eredità dell'abate nero, Il patto dell'abate nero, L'enigma dell'abate nero, Il lupo nell'abbazia, La dama delle lagune e Il castello dei falchi neri. Per Einaudi ha pubblicato Il marchio dell'inquisitore (2016 e 2018), dove compare per la prima volta il personaggio di Girolamo Svampa, Il monastero delle ombre perdute (2018 e 2019) e La prigione della monaca senza volto (2019 e 2020). Per Einaudi, oltre al saggio Angeli e diavoli. L'obbedienza e la ribellione (2021), ha pubblicato anche Il marchio dell'inquisitore (2016 e 2018), Il monastero delle ombre perdute (2018 e 2019), La prigione della monaca senza volto (2019 e 2020), Il pozzo delle anime (2023), che hanno come protagonista l'inquisitore Girolamo Svampa, e La selva degli impiccati (2020 e 2023). È tradotto in venti Paesi.




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