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Immagine del redattoreTiziana Viganò

Il misfatto della tonnara di Francesco Abate. Recensione di Tiziana Viganò






Un romanzo storico che si tinge di giallo con le indagini della deliziosa Clara Simon affiancata dai suoi compagni d'avventure, il giornalista Ugo Fassberger e il carabiniere Rodolfo Saporito: un trio collaudato e sempre più unito dopo le indagini dei due libri precedenti "I delitti della salina" e "La congiura dei calafati" tutti editi da Einaudi.



Sottolineo la parola romanzo storico perchè al centro del libro c'è la città di Cagliari e il suo ambiente naturale e sociale nel 1905, la Belle Epoque di una città cosmopolita: episodi e personaggi esistiti realmente sono mischiati abilmente alla fiction. 

Lo stesso autore, Francesco Abate, dice di aver studiato attentamente i giornali dell'epoca, soprattutto l'"Unione sarda", lo stesso per cui lavorano Clara, prima giornalista italiana, e Ugo.


Ne risulta un affresco incantevole, ricco di dettagli interessanti che porta il lettore a immaginarsi tra le vie e i palazzi, tra il Castello con le ricche dimore fino ai quartieri popolari e alla spiaggia del Poetto. Assieme a nobiluomini, ricchi borghesi, lavoratori e ragazzi di strada.

Il romanzo si apre con l'aggressione a una maestra subito dopo una manifestazione femminista di suffragette che rivendicavano i diritti delle donne e il suffragio universale. Il fatto è realmente accaduto, le maestre e gli operai guidavano le proteste sociali, nonostante i pregiudizi fortemente radicati. Non ci sono morti in questo libro, ma la poveretta finirà in coma profondo: chi è il colpevole? La polizia incolpa il nipote scapestrato di un conte, vero padrone della città, che a sua volta incarica Clara Simon di scagionarlo: lei riuscirà con l'aiuto dei due amici del cuore e l'appoggio del procuratore del re, contro i politici e i benpensanti che li osteggiano, ma solo perchè lo scopo è trovare la verità e rendere giustizia alla vittima.



Il tema dei diritti delle donne è caro alla protagonista, che trova mille ostacoli sulla strada dell'affermazione di sé perchè ha un triplo impedimento, è donna, mezzosangue e vuol fare un mestiere appannaggio dei maschi. I suoi occhi a mandorla denunciano l'origine cinese di sua madre, ma trova sempre un forte appoggio nel nonno, potente armatore ebreo. 

Clara, nonostante i ventun anni, è caparbia, determinata e appassionata sotto una scorza riservata e malinconica. Affascinata dalle manifestazioni femministe, appoggia la famosa attrice Italia Vitaliano (realmente vissuta, rivale della Duse) che voleva portare a teatro "Casa di bambola" di Ibsen considerata un manifesto di ribellione per le donne e che verrà vietata alle ragazze cagliaritane. Ma nel 1906 le femministe saranno protagoniste nello sciopero generale (a Cagliari e in Italia), incuranti delle bastonate e delle uccisioni che subiranno: la lotta per l'emancipazione è cominciata e sarà davvero molto lunga se non è terminata ancora oggi.

I personaggi, anche secondari, sono veri, vivaci, li vediamo e li ascoltiamo, bastano poche pennellate per rendere le figure a tutto tondo, anche perché ci parlano con il linguaggio caratteristico della classe sociale:

ma tutto il linguaggio ha una vena antica che si adatta perfettamente all'affresco storico che narra. Abate è un grande narratore!

Un libro stupendo, affascinante, come tutta la serie che consiglio di non perdere.



Il misfatto della tonnara

di Francesco Abate

genere: narrativa italiana contemporanea, giallo storico

editore: Einaudi, 2023

pagine: 302




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