Una scena del crimine cruenta e insolita, lì vicino un pericoloso incendio, come ce ne sono tanti d’estate: c’è un monumento arboreo centenario sulle pendici dell’Etna, un castagno con un diametro di venti metri, tanti tronchi, che però ora stanno a coronare un efferato delitto. Una donna di sessant’anni, strozzata e mutilata, era una guida escursionistica abusiva, una cercatrice di funghi, soprannominata la Boscaiola, donna misteriosa, è stata ostetrica, aveva cambiato nome, aveva abitato al Nord, in Cadore.
Chi poteva odiarla a tal punto da violarne il cadavere?
Siamo giunti al nono volume delle serie dedicata a Vanina Guarrasi, superpoliziotta palermitana trasferita a Catania dopo aver lavorato alla Catturandi, che spesso si trova davanti a cadaveri strani, sia per il luogo del ritrovamento, sia per le modalità.
Nel passato della vittima ci sono molti fatti oscuri e perfino il suo compagno, negli anni Novanta, fu sospettato di essere un killer di donne nel bellunese: come sempre, occorrerà scavare nella vita della vittima per trovare moventi per l’omicidio, andare indietro nel tempo, anche di tanti e tanti anni.
Vanina è alle prese con problemi famigliari di una certa difficoltà, la sorella Cocò ha deciso di non sposare più il suo promesso, scopre un tradimento ai danni del patrigno, la sua indecisione cronica nei confronti di Paolo Malfitano, il suo amore, ha già cominciato a mostrare crepe, ma lui è geloso e ne ha motivo. Anche Patanè, uno dei personaggi fondamentali della serie, nonostante sia sempre sul pezzo con fiuto infallibile, questa volta non segue le sue sensazioni, tralascia di stare attento ai segnali.
Più che in altri romanzi la vita privata dei personaggi invade le pagine, intessuta con l’indagine sui due delitti, che diventa quasi secondaria: tutti sono impegnati a risolvere problemi, chiarire i momenti difficili, ma ormai sono come vecchi amici e il lettore segue le loro vicende con coinvolgimento – distraendosi spesso con il vorace e ossessivo ricorso al prelibato cibo siciliano che squadra e comprimari non si fanno mai mancare.
Come sempre, nei gialli dell’autrice l’Etna incombe, qui con i suoi paesaggi antropici e naturali, descritti con abilità e amore, lava, boschi, case e paesini.
Non resta al lettore che progettare un viaggio vero sulla Muntagna, salire fino alla cima, alle fumarole e ai crateri, guardare dall’alto degli oltre tremila metri uno dei paesaggi più suggestivi ed emozionanti d’Italia: ve lo consiglio, non mancate, e godetevi Catania, città spettacolare seguendo magari gli itinerari di Vanina.
Recensioni di altri libri di Cristina Cassar Scalia
“Il castagno dei cento cavalli”
di Cristina Cassar Scalia
genere: giallo
editore: Einaudi, 2024
pagine: 320