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“Dodici cavalli” di Anne Holt. Recensione di Tiziana Viganò







La maternità, la capacità di riprodursi, sono sempre stati oggetto di dominanza da parte degli uomini, della Chiesa, dello Stato, che hanno fatto in modo di controllare questo immenso privilegio.

La misoginia è sempre molto attiva, anche se mascherata da un interesse per la questione femminile che spesso è solo di facciata. Vietare l’aborto è cosa attualissima. Oggi ci sono addirittura organizzazioni che hanno come legante l’odio per le donne.

Trovare un modo per controllare le gravidanze, impedire alle donne di decidere da sole, di avere la proprietà del loro corpo, è questione millenaria. Ma è anche “Il sopruso estremo!”.


Hanne Wilhelmsen è una poliziotta costretta da vent'anni sulla sede a rotelle dopo essere stata colpita da un proiettile mentre era in servizio: ha un carattere difficile si trova in un momento di cupa depressione quando sua moglie Nefis la lascia dopo vent'anni e se ne va insieme alla loro figlia. Nefis è stanca del carattere di Hanne, soprattutto del suo modo rude, spesso troppo diretto, fino alla maleducazione e all’offesa, con cui tratta gli altri: la goccia che fa traboccare il vaso è il suo rifiuto di aiutare Henrik ed Emma che pur sono cari amici e fanno parte della loro famiglia.


L'ispettore Henrik Holme è un tipo solitario afflitto da una bassa autostima, è brutto, strano, è abituato alla vergogna e all'umiliazione: non ha mai avuto esperienze sessuali nella sua vita, eppure, assurdamente, viene sospeso dalla polizia per molestie. È competente, meticoloso e vuole scavare in profondità nei casi che gli capitano, come in quello di una donna di ventitré anni, incinta, che si è uccisa. Il caso è stato chiuso superficialmente, ma Holme indaga con ostinazione, per conto suo... e viene trovato morto in un parco della capitale.


Dopo il caso de Il manoscritto risolto con l’aiuto di Hanne e di Henrik, Ebba Braut, editor di una famosa casa editrice norvegese viene incaricata di lavorare all'ultimo libro di un famoso scrittore di poesie. Improvvisamente, si trova ad essere incinta, senza aver avuto rapporti sessuali da molti mesi, anzi, in un periodo in cui si trovava relegata in casa con il covid. Una crisi terribile per Ebba.


Al commissariato di Oslo, un giovane poliziotto, Marius Blaaberg riceve una strana denuncia da parte di una donna di trentatré anni, Anisette: la donna è incinta e non sa spiegarsi come è potuto succedere, non è stata violentata, non ha avuto un uomo da molto tempo. Come Ebba è precipitata nell’angoscia: nessuno le crede, del resto l’Immacolata Concezione è difficile da capire e da accettare

Tre donne con lo stesso terribile problema.

A casa di Henrik viene trovato un libro di fiabe norvegesi: il poliziotto aveva sottolineato e scritto un appunto sulla pagina di una storia che racconta di una regina cattiva che viene squartata dopo essere stata legata a 12 cavalli selvaggi. Un’orribile immagine che è stata tatuata sul corpo di un ragazzo...Che cosa significa? L’indagine è davvero complicata.


Anne Holt è una delle migliori scrittrici di gialli contemporanei, sempre molto interessanti per gli argomenti trattati, che descrivono con massima competenza – la scrittrice è stata Ministro della giustizia in Norvegia – i problemi sociali del suo paese, che si allargano oltre il confine, perché universali, interessano tutti noi.

Il ritmo veloce, l’intricata vicenda, l’approfondimento della psicologia dei personaggi che si trovano a indagare mentre la loro vita è sconvolta, rendono questo libro eccellente, come tutti gli altri della Holt. Nonostante la mole, 540 pagine, si legge in velocità perché la suspense non molla mai.


Su questo blog la recensione di “Lo sparo”

sempre di Tiziana Viganò la recensione di “La tormenta”


“Dodici cavalli”

di Anne Holt

genere: giallo

editore: Einaudi

pagine: 520   

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