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Immagine del redattoreTiziana Viganò

"Caminito" di Maurizio de Giovanni. Recensione di Tiziana Viganò






È tornato Ricciardi!

Ma è come se il freddo verde degli occhi si fosse ancora abbassato di un grado, come se l'aura appena brumosa che lo avvolge si fosse ispessita, non così tanto da non farcelo riconoscere: lo sentiamo più vicino ed è ancora più attraente con quel suo dolore cristallizzato. È sempre più riservato, avviluppato nei suoi forti sentimenti: si illumina solo quando sta con Marta, la sua bambina, la figlia di Enrica e sua.

Pare che una melancolia di antica memoria abbia velato ogni cosa, ogni personaggio, quella tristezza che contiene struggimento e senso dolceamaro di una perdita irreparabile.

Tutti i personaggi hanno perso qualcosa durante i cinque anni trascorsi dalle vicende di "Il pianto dell'alba" (Einaudi, 2019) e questo 1939, tutti vivono adeguandosi, con fatica e dolore.

Sono avvenimenti dell'anima, intimi, ma anche avvenimenti esterni, di un mondo che gira follemente verso un Nuovo che sarà catastrofe. Se spostiamo lo schermo vediamo ben altro, si sta preparando un'eruzione vulcanica, che trascinerà con sé uomini e cose nella disperazione.

Siamo nel 1939, i nostri personaggi sono in pericolo: li seguiamo verso l'abisso della Storia senza poter fare nulla per salvarli, perché il Destino che lo scrittore ha assegnato loro nasce da lontano, dalle prime comparizioni e deve continuare il suo corso inesorabile.


Il testo prende piano piano i colori delle emozioni, dalla gamma dei grigi ai seppia, ai neri sempre più profondi, la luce cade dall'alto dei vicoli dei Quartieri Spagnoli colorando alcune figure, proprio come nella splendida copertina scelta dall'editore: la luce è Marta, la bambina nuova, il futuro possibile.


La scelta delle parole nella narrazione si adegua alla vita, prende forma altezza ritmo per condurre il lettore alla discesa nelle emozioni, i sentimenti sono amplificati, con lessico adatto alla situazione emotiva dei personaggi che prendono così uno spessore maggiore.

Maurizio De Giovanni è uno scrittore istintivo, che parla con il cuore in mano, dice di non elaborare troppo ciò che narra, eppure ogni parola si colloca perfettamente nel momento e nel luogo, è quella che ci vuole per far scaturire emozione.


Attraverso i dodici libri della serie, il commissario Ricciardi percorre la sua educazione sentimentale, dall'uomo timidissimo, sconvolto dal Fatto - la sua capacità di vedere i morti ammazzati - che si crede condannato alla solitudine, all'amore per Enrica, la felicità troncata dal quel parto cruento: a cinque anni dalla sua morte la consolazione della sua vita è Marta, la figlia con cui si ritrova padre, amato e responsabile, con tante paure in più.

Dato che è commissario c'è un delitto da risolvere, un brutto e crudele doppio omicidio, di due ragazzi uccisi mentre stavano facendo l'amore.



Ma Caminito è un romanzo di personaggi, più che un noir, e proprio superando il genere il lettore può gustare ogni figura, così reale da poterla veder balzare dalla pagina, può sentire le note del tango che fa da sottofondo al libro e ballarlo, può partecipare alla vita. 

Affannati da cure quotidiane e da problemi grandi da risolvere, ognuno col suo carattere: c'è Maione, con la sua famiglia invidiabile, quasi pazzo all'idea di perdere una figlia; c'è Lucia, madre che diventa tigre per difendere i suoi figli; c'è il padre di Enrica, con la sua dignità, che non viene meno neppure nel fallimento del suo lavoro e nel dolore straziante della perdita; c'è Bambinella, il femminiello, ...quanto è pericoloso esserlo sotto il fascismo!; c'è il terribile Piovani, funzionario dell'OVRA, eppur capace di essere grato a Ricciardi; il vicequestore Garzo, di fronte a una prova più grande di lui; c'è Livia, dannata dalla sua bellezza, migrante in Sudamerica, che cerca di imparare una nuova vita e un nuovo canto; il dottor Modo, cui, dopo l'arresto, rimane il sarcasmo, ma anche una paura immensa...


Intorno a loro l'Italietta che vorrebbe l'Impero, fatta di individui incerti e cauti, vigliacchi che vivono di paura, temono per se stessi e i loro cari, fanno delazioni per accreditarsi a un regime in cui solo in parte credono o fanno finta di credere: eroi e antieroi raccontati con la mano sapiente di chi non giudica ma comprende e regala il quadro perfetto di un'epoca.



Caminito

di Maurizio de Giovanni

genere: narrativa italiana contemporanea, noir

editore: Einaudi, 2022

pagine: 258







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