L'emozione è NOSTALGIA
Ho tentato di farmene una ragione.
Morte...buio
Ho sognato quella soglia da oltrepassare, quel salto nel vuoto… nel vuoto infinito di un precipizio.
Un passo ad occhi chiusi; respiro profondamente mentre il mio viso è rivolto verso il cielo.
Devo solo lasciarmi andare.
Tu adesso sai cosa c’è oltre quella soglia. Sei lì. La tua anima leggera ha allargato le braccia e il tuo viso ha accolto la brezza, dolce come un mattino di primavera.
Non ho potuto essere con te, non ti ho accompagnato oltre quella soglia. Ho dovuto lasciare la tua mano e lasciarti andare da solo.
Sono sola, adesso… così disperatamente sola.
Ti avrei voluto sempre con me, ma non avevo il diritto di trattenerti. Non potevo farlo: la luce infinita fa già parte di te, tu sei luce.
Parlavamo spesso di quel luogo senza tempo, senza limiti o confini, dove i sensi sono dilatati, sospesi in una dimensione di non tempo, dove tutto è colore, armonia luminosa: la sconfinata distesa di un prato verde, o un mare con le sue onde tranquille: un respiro eterno, silenzioso e immutabile.
Ognuno di noi ha questo luogo dentro di sé, dicevi sovente.
E mentre ci ripenso, vorrei riuscire a immaginarti là, vorrei percepire le tue stesse sensazioni: essere aria per essere leggera, terra calda per accogliere e donare, acqua antica per scorrere ovunque, o fuoco per scaldare e illuminare la notte.
Papà, ero con te fino all’ultimo tuo istante mortale, ti ho tenuto per mano, e mentre con il pensiero ti parlavo ho potuto scrutare ogni millimetro del tuo viso sereno, per imprimermelo nella mente, scolpirmelo nell’anima.
Adesso non sempre è così facile per me; spesso mi prende la rabbia, lo sconforto e un senso di sconfitta. Mi faccio forza e penso a quello che mi avevi detto poco tempo prima di prendere il volo: vale sempre la pena di tentare.
E non ho potuto dirti tutto di me, della mia sofferenza e della mia malattia.
Perdonami… volevo proteggerti. Mi sembravi così fragile...
Son qui per darti la buona notte e dirti grazie per tutto, passo e chiudo, mi dicevi.
Ma ora tocca a me dirti Passo e chiudo.
A proposito papà, oggi c’è finalmente il sole.
Mi chiamo Laura. Vivo a Milano, dove sono nata nell’ottobre del 1958. Maturità al liceo artistico, sono poi diventata medico mantenendo la mia passione per il bello e l’armonia dei colori, delle forme e delle sensazioni.
Amo gli animali, ho due meravigliosi gatti, e i fiori, in particolare adoro le rose. Mi è sempre piaciuto scrivere di getto le mie emozioni, seguendo il mio istinto.